Cataratta

La cataratta è la progressiva opacizzazione del cristallino, lente biconvessa situata dietro l’iride e la pupilla che ha lo scopo di focalizzare le immagini sulla retina, questa è un serio disturbo della vista che colpisce molte persone specie dopo i 60 anni. Generalmente si dividono in congenite e in acquisite. Le cataratte congenite, mono o bilaterali, sono opacità del cristallino già presenti alla nascita o che compaiono nei primi mesi di vita, non tutte le opacità congenite evolvono verso una cataratta completa e possono rimanere stabili senza dare disturbi visivi e non necessitare di alcuna terapia.

Le cause più frequenti sono:
- malattie metaboliche della madre o dell’embrione
- infezioni della madre specie nel primo trimestre di gravidanza
- radiazioni o farmaci specie nel primo trimestre di gravidanza
- ereditarietà

La diagnosi precoce di queste cataratte è fondamentale perché molto velocemente se non curate possono portare all’ambliopia ( mancanza di sviluppo dalla capacità di vedere ).

Le cataratte acquisite si possono distinguere:
- in base alla disposizione delle opacità nel cristallino ( corticali, nucleari, cortico-nucleari, sottocapsulari )
- in base all’età di insorgenza ( giovanili, presenili, senili )
- in base all’importanza delle opacità ( incipiente, avanzata, ipermatura, morganiana )
- causata da farmaci (cortisone ecc. )
- post-traumatiche
- da agenti fisici ( calore, raggi ecc. )
- metaboliche ( diabete ecc. )
- secondarie a patologie oculari (uveite, glaucoma, pseudoesfoliatio ).

Sintomatologia:  
- neonati : quando la cataratta è importante vi è leucocoria (pupilla con riflesso biancastro) mono o bilaterale alcune volte associata a nistagmo (scosse oscillatorie involontarie degli occhi) mentre quando le opacità sono più tenui solo la visita oculistica con dilatazione
pupillare può mettere in evidenza una cataratta congenita.
- adulti :    il sintomo principale è la riduzione del visus, le immagini appaiono più o meno sfuocate con aloni attorno alle sorgenti luminose e con sensazione di abbagliamento, i colori sono sbiaditi e alcune volte
specie nelle cataratte nucleari si diventa miopi per cui si riesce a leggere miracolosamente da vicino senza occhiali per qualche tempo.
Trattamento:
attualmente non vi è la possibilità di un trattamento medico efficace a ridurre o a fermare l’evoluzione della cataratta, quindi quando questa causa una riduzione del visus tale da impedire le normali attività quotidiane l’unico trattamento efficace è quello chirurgico. Diversi anni fa, con le tecniche più vecchie, si tendeva ad aspettare la maturazione della cataratta arrivando a visus molto bassi, ora grazie al miglioramento delle tecniche e all’uso di strumenti più sofisticati come il facoemulsificatore, il microscopio operatorio e le lentine intraoculari pieghevoli si può intervenire più precocemente quando il visus residuo non permette di svolgere agevolmente le proprie mansioni abituali.

Se si hanno i sintomi sopramenzionati, in particolare il calo visivo e aloni attorno alle sorgenti luminose ci si deve rivolgere allo specialista oculista che fatta una attenta valutazione dello stato degli occhi porrà la diagnosi di cataratta ed escluderà il glaucoma o una malattia retinica che possono avere gli stessi sintomi. A questo punto viene la fase del calcolo del cristallino artificiale che verrà posizionato all’interno dell’occhio in sostituzione di quello naturale  opacato
Il calcolo deve essere il più accurato possibile per poter ottenere nel post operatorio la miglior correzione possibile.
Come dicevamo le tecniche più moderne si avvalgono del microscopio operatorio e di macchine per la facoemulsificazione  che frammentano e aspirano il cristallino opaco ( sia emettendo ultrasuoni o con sottilissimi getti d’acqua ) attraverso un taglio di circa 2.5-3 mm, lasciando in sede l’involucro della cataratta che servirà da supporto per il nuovo cristallino artificiale. Essendo il taglio di entrata molto piccolo e a tenuta non è generalmente necessario dare dei punti di sutura garantendo una veloce guarigione e una rapida ripresa funzionale.
Quasi sempre l’intervento di cataratta si esegue in anestesia locale, il chirurgo in collaborazione con l’anestesista, sempre presente in sala operatoria, valuteranno a seconda dei casi se optare per una anestesia peribulbare dove si inetta dell’anestetico nella regione orbitarla con un piccolo ago da insulina o per una anestesia topica dove si istillano prima e durante l’intervento gocce di collirio anestetico, in quest’ultimo caso è richiesta una maggiore collaborazione da parte del paziente ma è molto apprezzata perché non invasiva.
Cristallino artificiale: è stato uno dei più importanti progressi nella chirurgia della cataratta che ha permesso il grande miglioramento della qualità della visione, prima concesso solo da pesanti e antiestetici occhiali spessi. Sono costruiti di materiale plastico perfettamente tollerato dall’occhio con elevata biocompatibilità. Possono essere rigidi o pieghevoli (i più moderni ) che per le loro caratteristiche di  malleabilità vengono piegati  e arrotolati così da poter attraversare lo stesso piccolo foro da cui abbiamo estratto la cataratta, all’interno dell’occhio  per elasticità riprenderanno la loro forma originale. 
Dopo l’intervento il paziente viene portato in una cameretta dove tranquillamente si riprenderà dallo stress chirurgico con i suoi familiari, dopo 1-2 ore tornerà al suo domicilio con una medicazione che terrà sino al mattino successivo, da allora istillerà dei colliri per15-20 giorni, la vista andrà migliorando giorno per giorno e riprenderà la sua normale attività dopo circa 10 giorni.
L’intervento di cataratta , specie negli ultimi anni, è notevolmente aumentato in sicurezza, ma come tutti gli atti chirurgici,  può presentare delle complicazioni specie nei casi complicati o difficili.
Ci possono essere: -emorragie endoculari, - rotture della capsula del cristallino, - reazioni infiammatorie nel post-operatorio, -  perdita della normale trasparenza corneale, - errori nel calcolo del cristallino artificiale, - raccolta di liquido nella retina centrale ( edema maculare cistoide ), - aumento della pressione dell’occhio più o meno duraturo, - dislocamento del cristallino artificiale  con necessità di un nuovo intervento.
Mesi o anni dopo l’intervento di cataratta , con una frequenza di oltre il 50%, si ha la opacizzazione della capsula posteriore, involucro che contiene il cristallino artificiale, con riduzione della capacità visiva ( cataratta secondaria ). In questo caso è necessario praticare una seduta ambulatoriale con lo YAG laser che apre questa capsula e in pochi minuti toglie definitivamente questa fastidiosa nebulosità.
La chirurgia della cataratta può correggere anche la miopia e l’ipermetropia, infatti al momento della sostituzione del cristallino,consente non solo di eliminare le opacità che rendo difficoltosa la visione ma anche di correggere eventuali difetti di vista preesistenti in modo che dopo l’intervento si potrà sperare nell’eliminazione degli occhiali, almeno nella visione per lontano.
Spesso cataratta e glaucoma sono associati essendo entrambi malattie dell’età avanzata, sappiamo per esperienza che dopo l’intervento di cataratta migliora un poco la situazione pressoria , però se il glaucoma  ha già compromesso molto il campo visivo si può decidere di eseguire un intervento combinato  per entrambe le patologie.