Ptosi

Si intende un abbassamento della palpebra superiore sull’occhio, mono o bilateralmente, dovuta a un difetto di contrazione del muscolo elevatore della palpebra superiore, l’entità dell’abbassamento determinerà una riduzione più o meno importante del campo visivo.
Si distinguono varie forme:

  • Paralitiche: Il muscolo elevatore è innervato sia dal nervo oculomotore comune (3° nervo cranico), sia dal simpatico cervicale (muscolo di Muller) quindi patologie lungo queste vie complesse possono causare ptosi : paralisi centrali, paralisi periferiche: sindrome del seno cavernoso, della fessura sfenoidale o dell’apice dell’orbita. Per cui vista la complessità dell’innervazione possiamo trovare delle forme paralitiche solitarie, o più frequentemente associate a vari altri sintomi neurologici dovuti a paralisi delle strutture vicine innervate dagli stessi nervi (per esempio il nervo oculomotore comune oltre all’ elevatore innerva tutti i muscoli retti ad eccezione del retto esterno ).
  • Muscolari: la più conosciuta è la miastenia, quasi sempre associata a una diplopia, la sua caratteristica è di essere intermittente e variabile, accentuata dalla fatica muscolare.
  • Simpatica: Claude-Bernard-Horner associata a ptosi, miosi e enoftalmo dovuta a paralisi del muscolo di Muller, è una ptosi di circa 1 mm perché l’elevatore funzioni correttamente.
  • Congenita: sia isolata o associata a sindromi mal formative; blefarofimosi, sindrome di Marcus-Gunn ecc.
  • Involutiva o senile: soggetto anziano, buona funzione dell’elevatore, spesso associata a blefarocalasi che appesantisce ulteriormente la palpebra superiore.

Terapia:
Mai come in questa terapia chirurgica è importante la valutazione pre-operatoria del paziente, si deve misurare l’entità della ptosi con un righello millimetrato, valutare l’intervento del muscolo frontale, valutare la capacità residua del muscolo elevatore misurando l’escursione del bordo palpebrale nello sguardo verso il basso e poi verso l’alto dopo aver bloccato con il pollice il frontale. Se questa funzione residua sarà buona si potrà correggere la ptosi intervenendo direttamente sul muscolo elevatore accorciandolo sia per via anteriore che posteriore, magari alleggerendo la palpebra con una plastica della blefarocalasi spesso presente, se invece la funzione residua dell’elevatore sarà scarsa o nulla, l’unica possibilità sarà la sospensione della palpebra superiore al muscolo frontale con risultati discreti dal punto di  vista funzionale e meno brillanti esteticamente.